martedì 4 aprile 2017

ARTE E DIDATTICA DEL CONTEMPORANEO. Sala Ex Refettorio San Pietro, Gubbio  settembre 2016
Enrico Crispolti, Paola Manuali, Antonella Capponi

sabato 1 aprile 2017

Calcografia stampata su carta Rosaspina Fabriano
L’opera rappresentativa della piana di Gubbio in veduta aerea, è stata realizzata nel 1989 e proposta nella collettiva presso Auditorium S. Francesco di Gubbio. 
Testo dello storico Ettore Sannipoli 
Un lavoro di complessa ideazione, una specie di ‘opus sectile’ con frammenti di terra (e cielo interposto) che si sono fatti realtà calcografica. Inizialmente sembra di trovarsi al cospetto di una veduta a volo d’uccello stampata da qualche agrimensore secentesco; ma l’unità dello spazio è rotta e subito modernamente ricomposta tramite una densa graticola bianca, simile alla stilatura in grassello delle pietre di un muro antico. Pietre come finestre, magicamente aperte su un paesaggio lontano in veduta zenitale oppure d’infilata. Un pianoro dei campi arati, filari disposti intorno ad un ‘occhio centrale’, intravisti da altezze vertiginose: sono questi gli elementi base di una ricerca segnica che quasi si può dire aereopittura informale, o meglio, tendenzialmente materica, ma che è pure sequenza percettiva, espressa sinotticamente in virtù dei molteplici rimandi spaziali e della disposizione paratattica dei frammenti. La monocromia bistrata che pervade l’intero lavoro è quella tipica della campagna eugubina in certe cupe giornate d’autunno: una scelta precisa e difficile, che ripaga ampiamente l’osservatore in termini di sottigliezze tonali e raffinatezze di tessitura. Le lastre, assemblate in gran numero nell’opera principale, vengono poi opportunamente scelte per dar luogo a combinazioni meno complesse. Incolonnate, affiancate o addirittura presentate singolarmente, esse suggeriscono altre realtà, offrono inediti rimandi: prevale a volte il segno tracciato sulla dura materia; in altri casi prendono il sopravvento astratti equilibri compositivi; infine vengono trasmesse suggestioni dinamiche di esoterica evidenza, oppure si manifestano riferimenti a una realtà fragile, vitrea, sottile. E.S.

Presente nel catalogo Electa, Linea Mentis: Artisti e grafica contemporanea in Umbria, 1990

Dopo la maturità artistica frequenta l'Accademia di Belle Arti di Perugia, qui incontra un ambiente culturale aperto alle sperimentazioni e innovazioni, si respira la contemporaneità, i docenti Corà e Iori insieme a Nuvolo e Gatto attivano una serie di incontro-dialogo con artisti di rilevanza nazionale.
Insieme a Nuvolo, inizia una ricerca pittorica definita pittura liquida da vedere attraverso nascono le le prime sculture aeree: installazioni e opere ambientali (Cubo, Reti).
Nei primi anni Novanta compie una evoluzione concettuale dal colore del quadro tradizionale, alla purezza del materiale plastico. La sua prima personale curata da Ivana D’Agostino è nel 1994 presso la galleria l’Idioma ad Ascoli Piceno, ‘Cronotopo’, (recensita in Flash Art, Terzocchio e Next) presenta opere che riflettono della ricerca del fisico-matematico russo Hermann Minkowski . La trasparenza e l’attraversamento di campo, costituisce il nucleo fondante le opere. Selezionata nel 1995 con un’opera in catalogo al 1° Premio Trevi Flash Art a cura di Politi, l’anno successivo è presente nella Biennale Arte Premio ‘Rocco Dicillo’ presso Palazzo Comunale di Triggiano a cura di Enrico Crispolti. Nel ’98 Luciano Marucci direttore della rivista Segno, la inserisce nel primo evento telematico, ‘Gli Accenti dell’Idioma’, segue la partecipazione in una importante collettiva ‘Sacrosanto’ presso la Galleria Sala Uno di Roma e successivamente una collettiva ‘Milestone for Peace’ a cura di Secondo Sannipoli che vede esposte le opere presso vari prestigiosi Musei internazionali.
Tra il 2001 e il 2009 collabora con la Galleria Arte Fuori Centro di Roma con personali e collettive si ricorda la partecipazione a due edizioni della Biennale del libro oggetto presso Cassino, viene donata un’opera che entra a far parte della collezione Comunale. Nel 2006 viene invitata da Giorgio Bonomi alla XXIV Biennale di Gubbio.
Nel 2010 grazie ad Ivana D’Agostino a Venezia incontra Richard De Marco amico di Joseph Beuys, a maggio dell’anno successivo è presente con tre disegni di piccolo formato nella collettiva ‘Venus+ Demarco + Beuys’ insieme a 138 artisti internazionali presso Craigcrook Castle in Edimburgo. Pochi mesi dopo in Umbria, si tiene un omaggio a Beuys, presso Palazzo della Corgna a Castiglion del Lago a cura di Guido Maraspin. L’installazione presenta 56 disegni, una quercia e una tavoletta di ardesia dedicati al primo incontro avuto con Demarco. Sempre nel corso del 2011, 1000+1000+1000 è un progetto di Philippe Daverio presentato presso lo scalone di Palazzo Fava in Bologna, una tessera pittorica viene selezionata ed entra a far parte dell’opera collettiva di proprietà Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e riprodotta nel volume edito dalla Rizzoli 13x17.
Nel 2012 presso la Sala S.Ignazio di Arezzo ‘Perspicere’ una psudoantologica, a cura di Fabio Migliorati, ripercorre le fasi salienti della ricerca sulla trasparenza e sulle installazioni luminose realizzate nell’ultimo decennio, per questo luogo nasce ‘Le Nid’ successivamente ospitata nella Chiesa di San Crescentino a Morra a cura di Mario Fondacci. Il CIAC di Foligno nella collettiva ‘Ricognizione’, a cura di Bruno Corà, Italo Tomassoni, Ilaria Marini ospita ‘Vuoto d’ombra’.
Si segnala la recente collaborazione nata dall’incontro con il poeta Nino Tenno.